Fraternità francescana di Betania


Di Fra Stefano Vita



Una fraternità a Rovio che si rifà allo stile delle prime comunità cristiane

 

“NOMEN OMEN”, un nome un destino, dicevano i latini. Fraternità francescana di Betania, un nome un destino, o meglio, un nome una vocazione. Tale denominazione, infatti, esprime chi siamo e qual è il fine della nostra vita. Prima però di approfondire il carisma e la spiritualità della fraternità indichiamo alcune notizie  relative alla storia della stessa.

Negli anni ’70 un gruppo di fedeli diretti spiritualmente da fra’ Pancrazio Nicola Gaudioso, cappuccino, figlio spirituale di Padre Pio, gli manifesta il proposito di una vita impegnata sullo stile delle prime comunità cristiane. Inizia così l’esperienza di una preghiera viva, spontanea ed incentrata sulla Parola di Dio. Ben presto si moltiplicano i gruppi di preghiera –in tutta Italia e all’estero- che fanno riferimento a questo stile.

Agli inizi degli anni ’80  un più ristretto gruppo di fedeli manifesta al frate cappuccino il proposito di una vita cristiana impegnata nella forma della consacrazione. Fu così che nella solennità di Pentecoste dell’anno 1982 tale nucleo, guidato da fra’ Pancrazio, con l’autorizzazione  del ministro provinciale  dei cappuccini di Puglia, intraprese vita comune presso la città di Terlizzi (BA).

Tale realtà è oggi un istituto di vita consacrata, il primo nella storia della Chiesa nel suo genere, riconosciuto, come tale, dalla Santa Sede l’8 dicembre del 1998, Solennità dell’Immacolata Concezione.

L’iniziativa della nostra presenza qui in Ticino risale al precedente Vescovo, di felice memoria,  Eugenio Corecco, che nel 1994, aveva invitato la Comunità ad aprire una casa nella sua diocesi.

Tale progetto si è finalmente concretizzato nell’anno giubilare appena conclusosi, inizialmente con una presenza provvisoria a Vaglio, da gennaio a giugno, ed ora con l’insediamento nella sede definitiva a Rovio, presso l’ex casa S. Felice, dove sono già cominciati i lavori di ristrutturazione del vecchio edificio scolastico per rendere l’ambiente confacente alla espletazione del carisma di preghiera e accoglienza della nostra fraternità.

Torniamo ora alla denominazione fraternità francescana di Betania.

Innanzi tutto siamo una fraternità, vale a dire un gruppo di persone che trovano la loro vera realizzazione nell’amare il proprio fratello e la propria sorella, sull’esempio del nostro Signore Gesù Cristo, uomo perfetto e fratello di tutti, accogliendoli come dono di Dio per la propria santificazione.

Inoltre la nostra fraternità si rifà allo stile delle prime comunità cristiane, dove vivevano insieme la propria esperienza di fede, consacrati, consacrate e famiglie. Anche noi infatti, abbiamo al nostro interno fratelli consacrati, tra cui sacerdoti, sorelle consacrate e famiglie.

Quanto alla nostra spiritualità siamo religiosi francescani - mariani.

Per apprendere lo stile di vita del vero discepolo di Cristo, infatti, ci sforziamo di imitare da un lato il serafico Padre S. Francesco, coltivando con la vita e con le opere  il suo patrimonio spirituale e dall’altro la Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa “nella quale la nostra vita consacrata comprende più profondamente se stessa”.

Il nostro saio, con il suo colore grigio-azzurro, esprime proprio tale spiritualità: il primo saio di S. Francesco infatti era grigio e il colore che solitamente identifica Maria, come ben sappiamo, è azzurro.

Tale patrimonio spirituale è arricchito dalla figura di un grande discepolo del serafico santo di Assisi e della Vergine Maria, il beato P. Pio da Pietrelcina di cui il nostro fondatore, come abbiamo già ricordato, fu figlio spirituale.

Egli fu l’ispiratore di questa fraternità. Nel 1959, infatti, lasciò a fra’ Pancrazio un “testamento spirituale”, scritto di suo pugno, sul quale si basa il carisma della fraternità, che dice: “Non sii talmente dedito all’attività di Marta da dimenticare il silenzio di Maria ( si riferisce alle sorelle Marta e Maria di Betania); la Vergine Madre che sì bene concilia l’uno e l’altro ufficio ti sia di dolce modello e ispirazione”.

“Il fare di Marta”” per noi rappresenta prima di tutto l’accoglienza. Accoglienza dei sacerdoti che desiderano riposarsi dalle fatiche apostoliche, di coloro che aspirano ad una vita di maggiore impegno cristiano e di consacrazione e di tutti coloro che desiderano fare un’esperienza di vita fraterna, incontrare, scopertine/coprire e conoscere il Signore, il Suo Amore.

“Il fare di Marta” è espressione anche di una molteplice diaconia, quale è suggerita dalle forme di povertà presenti nella società di oggi.

La nostra fraternità vuole essere un luogo  nel quale si possa aiutare seriamente i poveri, mossi dalla carità che si fa gratuità e disponibilità. Quanto al “silenzio di Maria”, esso rappresenta per la nostra vita la preghiera.

Questa preghiera, sia comunitaria che individuale, abbraccia un po’ tutte le espressioni della spiritualità cristiana, preghiera liturgica, preghiera contemplativa, quella meditativa, l’adorazione e la preghiera di lode, cercando di aprire ed approfondire sempre più il dialogo d’amore con Dio, fondamento di tutta la nostra esistenza.

Il “ silenzio di Maria” rappresenta anche una spiritualità incentrata sull’ascolto della Parola di Dio.

La nostra fraternità, prolungamento della Betania evangelica, è il luogo ove i credenti possono con facilità mettere a disposizione il loro tempo per ascoltare la Parola di Dio ed elevare a Lui un canto di riconoscente ringraziamento per i benefici da Lui ottenuti.

Per quanto riguarda il nostro inserimento nella realtà della diocesi di Lugano, sottolineiamo che le nostre costituzioni ci invitano ad “amare intensamente la Chiesa, meditando il suo mistero e partecipando attivamente alla sua vita e alle sue iniziative”.

Inoltre esse ci sollecitano a “contribuire con la presenza fraterna e profetica al bene della Chiesa particolare, collaborando al suo incremento e progresso”.